Kabul, Afghanistan, inizio anni 2000: i talebani hanno il dominio della città e del Paese. Parvana è una ragazzina di undici anni che vive assieme al padre disabile, alla madre e due fratelli. Il padre, ex professore di storia che dopo il bombardamento della sua scuola guadagna qualche soldo leggendo lettere agli analfabeti, viene arrestato con l’accusa di essere un cospirazionista e di aver ricevuto una educazione “straniera”: a Parvana non resta che tagliarsi i capelli, fingersi maschio e diventare una breadwinner, lavorando per “portare a casa il pane”.
The Breadwinner è l’adattamento dell’omonimo romanzo della scrittrice canadese Deborah Ellis, pubblicato in Italia con il titolo Sotto il burqa, primo libro della cosiddetta “trilogia di Parvana“, dal nome della protagonista. Un film duro, difficile, straordinariamente educativo e formativo, a patto di non aspettarsi sconti dalla narrazione, un po’ come accadde anni fa con il classico La tomba delle lucciole (Blu-ray).
The Breadwinner è (un po’) meno tragico rispetto al capolavoro Ghibli e lascia intravedere una fioca luce in fondo al tunnel di miseria e difficoltà che la protagonista deve affrontare per tornare a vivere un’esistenza se non felice, quanto meno serena. Detto ciò, siamo decisamente in altro campo da gioco rispetto alle produzioni americane mainstream. La regia, essenziale e precisa, gioca con i colori e i primi piani dei personaggi, mentre lo script racconta una storia di ordinaria e drammatica quotidianità, vissuta in una terra difficile.
The Breadwinner è un film molto femminile, in qualsiasi forma possa essere declinata questa espressione: donne sono le persone dietro alla storia (l’autrice del libro e la regista Nora Twomey), donna (celebre) è la produttrice, Angelina Jolie, che ha co-finanziato il progetto, donne sono gran parte dei personaggi: Parvana, ragazzina sveglia e intraprendente; Fattema, la madre coraggiosa e risoluta; Soraya, la sorella caustica e tagliente.
The Breadwinner conferma l’acume per la scelta delle storie da raccontare e l’incredibile talento nel metterle in scena di Cartoon Saloon, la piccola casa di produzione irlandese che ha al suo attivo altri due meravigliosi lungometraggi animati, gli imperdibili The Secret of Kells e La Canzone del Mare, entrambi diretti dal fondatore dello studio, Tomm Moore. Lassù, assieme a Ghibli, Laika e pochi altri, ci sono anche loro.
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